lunedì 19 luglio 2010

COME SI COSTRUISCE L'AUTOSTIMA?

Un bambino non ha un'autostima, ma l'opinione che ha di se stesso è l'immagine diretta e in costante cambiamento dell'opinione che hanno di lui le persone con le quali ha a che fare. Tutte le persone? Certamente no, ma innanzitutto quelle persone più significative, a cominciare da genitori, fratelli e da tutti gli altri parenti che il bambino frequenta abitualmente. Se i genitori amano un bambino, sostengono le sue iniziative e curiosità, ridono per i suoi scherzi, gli consentono di trasgredire senza punirlo in modo eccessivo, e quando vietano un comportamento gli indicano comunque un'alternativa ad esso, allora questi genitori stanno lavorando per costruire nel loro figlio un'immagine positiva di se stesso, una sana fiducia nelle proprie capacità e nel proprio diritto ad essere amato.In seguito, la vita obbligherà questo bambino ad avere confronti con altre persone: altri parenti, altri bambini, i compagni di scuola, le maestre, i professori. I successi e gli insuccessi che otterrà saranno tutti avvenimenti di grande importanza che contribuiranno a plasmare progressivamente l'immagine che ha di se stesso nei diversi ambiti della vita: la capacità di risultare simpatico, di piacere in generale, le competenze nello sport e nello studio, la gradevolezza fisica. Con il passare degli anni in questo bambino inizia a consolidarsi un'immagine sempre più precisa di se stesso, laddove le proprie capacità e le proprie carenze sono diventate più chiare e consolidate. Durante l'adolescenza, però, si "riapre la partita": lo sviluppo intellettivo, emotivo e sessuale, espone la persona ad un'enorme quantità di nuove esperienze che rimettono in gioco il lavoro sino a quel punto consolidato, nel bene e nel male. Nuovi studi, nuovi compagni, il corpo che si trasforma, abilità intellettive notevolmente più raffinate, i primi amori caratterizzati da successi e da rifiuti, avranno un effetto fondamentale nello sviluppo della persona. Al termine dell'adolescenza, con l'adozione di un ruolo lavorativo, intellettivo e affettivo adulto, l'autostima è nella gran parte dei casi piuttosto consolidata, ed a questo punto sono necessari eventi significativi perché l'immagine di se stessi venga messa in discussione in modo sostanziale come, ad esempio, un grande successo o insuccesso amoroso o lavorativo, l'avvento di malattie o eventi traumatici che modificano in senso negativo la percezione del proprio corpo, una psicoterapia efficace che fa stare meglio con se stessi.Se l'autostima è piuttosto consolidata con l'ingresso nell'età adulta, ciò non vuol dire che il grado di autostima che abbiamo di noi stessi sia adeguato alle nostre reali capacità e caratteristiche. Molte esperienze negative o di sconferma della nostra persona, infatti, possono consolidare in noi l'immagine di una persona non degna d'amore, stupida, brutta, anche se una tale opinione di noi stessi è molto lontana dalla realtà dei fatti. Sentirci in questo modo genererà sofferenza non indispensabile nella nostra esistenza e inciderà in modo negativo sui nostri progetti di vita e sulle scelte affettive e professionali, ma anche su molte decisioni quotidiane, solo apparentemente banali.L'autostima, però, non è una "cosa" che abbiamo nella testa e che genera il suo effetto semplicemente per il fatto che è dentro di noi. L'autostima è una cosa attiva, è un processo, un modo di relazionarci al mondo ed alle persone ed è anche un modo per interpretare e dare un significato agli eventi in cui siamo coinvolti. Ad esempio, se ritenete di essere brutti o non degni d'amore, nel momento in cui una persona si fa avanti per corteggiarvi, potreste pensare: "Accidenti, si vede che non ha proprio nessuno sottomano", oppure "Si vede che mi sta prendendo in giro oppure ha bisogno di qualcosa da me", oppure, ancora, "Ma come fa a dire, dopo due volte che mi ha visto, che è perdutamente innamorato: deve sicuramente essere uno stupido". La nostra autostima è un processo, è un qualcosa che "filtra" gli eventi esterni e attribuisce un significato agli eventi stessi. Questa operazione, inoltre, influenza a sua volta la nostra autostima; nell'esempio in questione, invece di essere contenti per aver avuto una conferma della nostra gradevolezza, finiamo per pensare che interessiamo solo agli stupidi o perché qualcuno vuole un favore da noi, o solo per il sesso e ci sentiamo l'ultima ruota del carro. Alla fine di questo processo, la nostra autostima, invece che rafforzata, può risultare ulteriormente confermata in negativo se non addirittura peggiorata. È come avere più fame dopo aver mangiato…Il lettore più attento si sarà certamente accorto che stiamo usando il termine autostima in modo molto generale: è vero. L'autostima, infatti, non è un unicum o un processo unitario: l'autostima è un insieme, più o meno armonico, di valutazioni complessive che effettuiamo su noi stessi e che riguardano diversi ambiti della nostra persona, come ad esempio: bellezza, intelligenza, cultura, posizione sociale, competenze professionali, potere economico, diritto di essere amati, adeguatezza nel ruolo di moglie, di figlio, di amante, di genitore, e così via.

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